Il Presidente della Provincia Gerardo Stefanelli, nell’intervista rilasciata al quotidiano Latina Oggi, ha fissato i prossimi obiettivi dell’Ente e i valori da perseguire per una Provincia proiettata verso il futuro. Sicurezza delle scuole, formazione professionale, cybersecurity e una comunicazione sempre più vicina agli utenti, per informali, educarli e coinvolgerli.
In Provincia, avete approvato il Bilancio di previsione per il 2024 e il Pluriennale 2024-2026. Ne avete parlato tanto, ma se dovesse trovare un intervento strategico, quale indicherebbe?
Non parlerei di interventi, il rischio è quello della lista della spesa. Invece, con un lavoro di concerto, abbiamo costruito una visione. Proprio in questi giorni riflettevo su un titolo che racchiudesse tutto quello che abbiamo fatto e tutto quello che abbiamo in cantiere. Di certo userei questa espressione: “Provincia di Latina. Sicuri di Crescere”.
Sembra quasi uno slogan elettorale.
Non nascondo che gli slogan elettorale sono una mia passione, ma non vuole essere quello. Quello di cui stiamo parlando è un vero e proprio piano di azione coordinato che ha come obiettivo la crescita sociale e culturale del territorio pontino, partendo da certezze e sicurezza: in primis sicurezza delle scuole, dell’offerta formativa e professionalizzante, ma anche cybersecurity dei nostri enti e dei dati sensibili che custodiscono e gestiscono. Per non parlare della sicurezza sulle strade, tema su cui lanceremo nel 2024 una campagna di sensibilizzazione importante. Partendo da qui siamo sicuri di poter dare il nostro impulso con i singoli interventi.
Mi scusi se insisto, se quello di prima sembrava uno slogan, quest’ultimo sembra un programma elettorale.
È un programma istituzionale, ed è il motivo per cui dopo l’approvazione del bilancio ho voluto organizzare la seduta pubblica presso l’Auditorium di Latina Formazione. È giusto che i cittadini siano informati in maniera puntuale. Sebbene il Presidente della Provincia non sia eletto direttamente da loro, è sempre e solo ai cittadini che bisogna dar conto, né alla politica né a nessun altro. È con questo principio basilare e imprescindibile che affronto il mio compito.
Il Consiglio provinciale, però, si avvicina alle elezioni per il rinnovo dei suo consiglieri: qual è il clima?
Sereno, quello che percepisco è la consapevolezza da parte di tutti che sebbene gli equilibri del Consiglio provinciale siano importanti, a essere ancora più importanti sono le azioni che la Provincia mette in campo. L’invito anche ai prossimi consiglieri è quello di lavorare assieme per dare un senso nobile e utile al nostro mandato. A tal riguardo, per convogliare ancora più energie personali sulla Provincia, sto pensando alla possibilità tramite Statuto di scindere la carica di Presidente dell’Ato 4 da quella di Presidente della Provincia.
Sarebbe un segnale di distensione politica?
Nessun segnale, ci troviamo in una fase cruciale per il nostro territorio e abbiamo bisogno di quante più energie possibili. Anche sul grande tema della risorsa idrica abbiamo già tracciato la strada, c’è da portare avanti il lavoro e rispettare gli obiettivi dei prossimi anni. In ballo c’è il futuro delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi, i segnali non vanno dati ai partiti, ma a loro e per loro vanno create nuove opportunità. Anche guardando all’Europa di cui, per la nostra storia, siamo cuore pulsante. Proprio per non dimenticarlo e per insegnarlo ai giovani abbiamo firmato un protocollo d’intesa con l’Istituto di Studi Federalisti Altiero Spinelli. È solo così che ci si può sentire sicuri di crescere.
Hai scommesso molto sul ruolo dell’Egato 4. Com’è la situazione sul Pnrr e in generale sul ruolo di questo ente?
È un ente dal grandissimo potenziale, va dotato di maggiori professionalità e peso. Prima di noi i cittadini non sapevano neanche che esistesse. Invece gli abbiamo dato nuova dignità e abbiamo rimesso al centro il suo ruolo di monitoraggio e controllo sul Sistema Idrico Integrato. Non è un caso che grazie alle progettualità messe in campo con il PNRR i fondi investiti siano raddoppiati rispetto al passato.
E poi: la vicenda delle concessioni balneari. C’è caos normativo, ma anche nei singoli comuni ci si muove a macchia di leopardo. Non sarebbe meglio creare una regia provinciale per i Comuni costieri in modo da agire tutti in modo organico?
Il punto è però un altro: ci saremmo aspettati dal Governo e dalla Regione delle indicazioni più precise. Noi le abbiamo richieste anche ufficialmente mettendo nero su bianco, ma molto probabilmente non c’è la volontà di affrontare seriamente la questione prima delle elezioni europee. L’unica cosa che hanno fatto è uno scaricabarile sui Comuni interessati.