L’intervista a Latina Oggi di Tony Ortoleva
Gerardo Stefanelli, Presidente della Provincia e Sindaco di Minturno, reduce dell’incontro di venerdì sera a Roma con Marietta Tidei, fa un punto della situazione sulla campagna elettorale in corso.
Matteo Renzi le ha riservato un elogio notevole, dalla Provincia è riuscito ad emergere conquistando uno spazio sempre più importante, questo che scenari apre sul futuro.
All’inizio mi ero chiesto se potessi io competere in questo contesto, poi mi sono guardato intorno e ho capito che non solo potevo, ma dovevo farlo. Io credo che il nostro territorio abbia bisogno di una rappresentanza diversa e che io ho già dimostrato di avere le carte per farlo. Vede, lo dicevamo anche con Renzi a Roma, ci si lamenta spesso di una politica che è lontana dai territori, che parla delle cose senza poi farla, che promette cambiamenti e poi conserva solo posizioni e incarichi. E poi che si fa? Si vota sempre per le stesse forze politiche e le stessi classi dirigenti. Una politica diversa può esserci: ma bisogna avere anche la libertà e il coraggio per crederci. Noi lo abbiamo avuto.
Nei suoi interventi non manca mai qualche pungente riferimento all’opposizione, alla loro azione politica e quanto promettono da fare.
La politica che conserva, non si rigenera, non crea, non produce. Ricicla solo sé stessa in nuove posizioni, allontana i cittadini e crea crepe nella comunità che si disinteressano a quello che le circonda. Dico questo perché nella nostra provincia ci troviamo a vivere un momento fecondo, con tanti rappresentanti seduti nei luoghi che contano eppure cosa stanno facendo per il nostro territorio? Questo è quello che dobbiamo chiederci quando scegliamo chi votare, dobbiamo avere ben in mente che in Europa deve andare chi vuole fare la differenza e non chi è in cerca di nuove poltrone e alleanze. Per questo noi diciamo più Europa, più Mario Draghi e meno populismi e nazionalismi.
Presidente siamo arrivati al rush finale di questa campagna elettorale, possiamo già fare un bilancio in itinere?
Questi sono i giorni decisivi di una campagna impegnativa ma ricca di emozioni. Ho girato tanto, incontrato persone e realtà che non conoscevo, perché non volevo limitarmi solo a questa provincia. Me l’ero prefissato come obiettivo, perché lo avevo detto dal primo momento la politica è soprattutto costruire relazioni umani, in un mondo sempre più povero di legami, noi abbiamo bisogno di autenticità e avvicinare le persone nuovamente alla politica. Vede, il grande scoglio di queste elezioni è avvicinare le persone al voto. Per anni ci hanno fatto credere che l’Europa fosse la causa di tutto quello che non funzionava, mentre non è così. O cambiamo o moriamo, non ci sono alternative. In Europa possiamo essere più forti, più competitivi, più pronti ad affrontare il futuro.
Per concludere, una frecciatina, che succederà dopo il 9 Giugno?
Il 9 Giugno, se non dovessi essere eletto, tornerò a fare il Presidente della Provincia e il Sindaco di Minturno, attività che non ho abbandonato, ma momentaneamente delegato per quanto possibile alle squadre che mi affiancano. Torno a farlo però con una consapevolezza diversa: quella di star costruendo una rete di amministratori con cui condividere il desiderio del tipo di politica di cui parlavo prima. Voglio che questo sia solo il primo passo di un lungo cammino, che apre una strada importante anche nell’area pontina, perché noi ci siamo e cresceremo, fortificheremo la nostra struttura per essere sempre più pronti e reattivi.