“Un’eventuale raccolta di firme per un referendum ci vedrà impegnati convintamente per bloccare la riforma appena approvata in Parlamento. Quella riguardante l’autonomia differenziata è una legge tutt’altro che patriottica. È una riforma incompleta e pasticciata che rischia di creare venti piccole regioni invece che un grande Stato. In un mondo sempre più globalizzato questo governo ci sta portando all’isolamento e invece di puntare a una maggiore coesione e unità investe su una costante differenziazione”.
Parole e musica di Gerardo Stefanelli, presidente della provincia di Latina e ormai evidentemente proiettato a ricoprire un ruolo sempre più importante nella politica non solo pontina dopo il grande risultato personale ottenuto alle elezioni europee.
“Prevedere che le regioni possano richiedere autonomia per 23 materie tra le quali anche la tutela della salute, l’istruzione, l’energia e il commercio estero, l’ambiente, le grandi reti di trasporto e il coordinamento della finanza pubblica significa semplicemente rischiare di aumentare le differenze tra regioni ricche e quelle più in difficoltà e complicare la vita di chi vuole fare impresa e investimenti nel nostro Paese.
Quale immaginate che sia la scelta di un imprenditore che deve investire in un settore strategico come l’energia e trova legislazioni diverse da regione a regione se non quella di prediligere altri Paesi?!
C’è poi il grande inganno dei cosiddetti LEP cioè i livelli essenziali di prestazione che per ogni settore dovrebbero essere garantiti prima di poter richiedere l’autonomia differenziata. Peccato però che non ci siano risorse per tutto questo.
Non solo mancano le risorse ma come ha certificato l’ufficio parlamentare di bilancio bisognerà anche provvedere a una correzione di circa 20 miliardi dei conti pubblici. Intanto il presidente Zaia ha fatto sapere che non appena la legge verrà pubblicata in Gazzetta ufficiale il Veneto avvierà subito il procedimento per richiedere l’autonomia in ben nove materie che non necessitano dei LEP. Tra queste risultano ad esempio i rapporti con l’Unione europea, il commercio con l’estero, la protezione civile e la previdenza complementare e integrativa solo per citarne alcune. Insomma materie tutt’altro che banali e per le quali è facile prevedere contese giuridiche e ulteriori aggravi per i vari organismi della magistratura che poi saranno chiamati ad esprimersi su conflitti di attribuzione e competenze creando ulteriore incertezza in quadro giuridico in cui già non è facile districarsi per cittadini e imprese.
Tanti sono i punti di debolezza di una riforma fatta a colpi di maggioranza per accontentare le necessità ‘ideologiche’ a fini elettorali della Lega. Uno scambio politico tra partiti di maggioranza quella dell’autonomia differenziata targata Lega e del premierato voluta da FDI che dimostra la mancanza di una visione organica delle riforme dei meccanismi di costruzione dei processi politici ed amministrativi in una moderna repubblica democratica e liberale.
Al netto dei contenuti che avremo modo di spiegare approfonditamente ai cittadini sorprende come la storia recente e meno recente non abbia insegnato nulla a questo esecutivo. Le riforme di questo tipo devono essere il più condivise possibile e non essere approvate a colpi di maggioranza. Sposo pienamente le parole del cardinal Zuppi quando afferma che se vogliamo che le riforme durino devono vedere un coinvolgimento di tutti i soggetti in campo.